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Stupro di gruppo, Piccolo: “Non è possibile che si possa accedere a contenuti pornografici con un click. Servono controlli”

La storia della ragazza palermitana violentata a turno da un branco di sette ragazzi, mentre era stordita di alcol e droghe, è tremenda già detta così. È diventata a dir poco agghiacciante con la diffusione in questi giorni delle chat di questi ragazzi all’indomani dello stupro. Le chat mostrano come abbiano inscenato la pornografia, di cui sono evidentemente imbevuti, e non a caso hanno filmato il loro stupro come se fossero i performer di un film porno.

“Le chat dei giovanissimi stupratori evidenziano una mentalità profondamente disturbata dai modelli misogini e violenti della pornografia alla quale, purtroppo, in Italia hanno libero accesso anche i minorenni. Come si è fatto e si sta facendo in Usa, Francia e Regno Unito, è arrivata l’ora che anche il nostro Paese si doti di una legge per la verifica effettiva dell’età”.

A dirlo è Marco Piccolo, psicologo di Cosenza e responsabile Sidef-Family Care Calabria

“In Italia bambini e ragazzini di qualsiasi età possono guardare, senza alcun ostacolo e comodamente dai loro cellulari, pornografia di qualsiasi tipo. La pornografia infatti è formalmente vietata ai minori, ma basta un semplice click. Con tutte le conseguenze, scientificamente documentate, sul loro sviluppo psichico, affettivo e anche sessuale”.

“In alcuni Paesi – aggiunge – si stanno diffondendo le “Age Verification Law” (leggi per la verifica effettiva dell’età) che servono a sbarrare, ma per davvero, l’accesso dei minorenni ai siti porno, e così preservare il libero sviluppo della loro sessualità altrimenti profondamente disturbata dai modelli misogini e violenti della pornografia. Negli Usa alcuni Stati l’hanno già approvato ed altri la stanno adottando. In Europa, la Francia ha una norma in dirittura di arrivo ed il Regno Unito ha già una legge che entrerà in vigore dal prossimo anno.

Credo sia arrivata l’ora di parlarne anche in Italia.

Ovviamente questo non impedirà bestialità come quella accaduta a Palermo, la cui prevenzione è affidata ad altri soggetti educanti, ma contribuirà a bonificare e salvaguardare le menti e le volontà dei nostri ragazzi” – conclude Piccolo.

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