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Politiche sociali, approvate le modifiche alla Dgr 503/2019. Staine: “La politica del fare mette il cittadino al centro dei servizi”

La Conferenza permanente per la programmazione socio assistenziale regionale composta dalla consulta delle autonomie locali e dalla consulta del terzo settore, riunitasi oggi in Cittadella, ha approvato all’unanimità le modifiche alla Dgr 503/2019 ed il relativo allegato A che definisce i requisiti strutturali, organizzativi e funzionali delle strutture socio assistenziali.

Le modifiche sono state concordate con il Tavolo tecnico composto dal settore welfare della Regione, dai rappresentanti degli Ambiti territoriali sociali e dal Terzo settore.

“Oggi è stato raggiunto un grande risultato che condivido con gli uffici – ha detto l’assessore regionale alle Politiche sociali Emma Staine – e che segna una svolta nella gestione dei servizi sociali. La politica del fare, basata sull’ascolto e condivisione, vince su ogni sterile polemica e finalmente i cittadini, e non le strutture, sono stati posti al centro di ogni azione. Sono persuasa che il nostro modo di lavorare rifletta un approccio positivo alla gestione e allo sviluppo del territorio.

L’attuazione di politiche di cooperazione gioca un ruolo fondamentale nel favorire la crescita e lo sviluppo sostenibile di una comunità o di una regione. Continuo a lavorare, così come accade dal mio insediamento e con l’idea pienamente condivisa dal presidente Occhiuto, all’aumento del fondo regionale destinato al sociale a 20 milioni. Il mio impegno, dunque, è recuperare il gap, e questo può richiedere sforzi significativi per superare barriere culturali, politiche ed economiche. Quindi è fondamentale che tutti concorrano alla sfida, superando le inefficienze e creando un nuovo modello di solidarietà”.

Le più significative modifiche riguardano la qualità dei sevizi e la compartecipazione nelle rette. In particolare, il criterio utilizzato nel determinare le nuove rette per le strutture ha avuto come obiettivo quello di determinare una retta che garantisca la copertura dei costi degli standard richiesti sia organizzativi che strutturali/gestionali al fine di rendere attuabili le stesse indicazioni e con l’obiettivo di raggiungere quella qualità dei servizi necessaria per garantire una risposta ai diritti di assistenza sociale, riconosciuti come universali, dei cittadini”.

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