I Lupi incappano in una sconfitta immeritata, il proprietario fugge davanti alla contestazione
Si potrebbe parlare dell’ennesima prestazione sfortunata del Cosenza, capace di farsi gol praticamente da solo e fermato nel suo tentativo di rimonta dalla cronica imprecisione sotto porta e dalla grande giornata di entrambi i portieri schierati dal Cittadella. Si potrebbero discutere le scelte di formazione di Alvini, come l’inserimento dall’inizio di un Ciervo apparso fuori condizione o i cambi forse poco tempestivi. Si potrebbe anche fare cenno ad una direzione di gara – ancora una volta – non equilibrata, in cui l’arbitro ha consentito agli ospiti di ricorrere al fallo sistematico quasi senza subire sanzioni – solo tre ammonizioni di cui due nel finale di partita – e culminata nella mancata concessione di un calcio di rigore per un evidente fallo di mani. Si potrebbe analizzare ognuno degli aspetti appena proposti ma – specialmente oggi – sarebbe davvero miope limitarsi al calcio giocato così come sarebbe poco sensato buttare la croce addosso al DS, al tecnico e alla squadra. L’abbandono della tribuna prima del termine dell’incontro da parte del duo Guarascio-Scalise – in fuga precipitosa per non subire la sacrosanta contestazione della tifoseria presente allo stadio – rappresenta con estrema ed impietosa precisione il fallimento di una gestione societaria poco – o niente – lungimirante, basata sull’improvvisazione e sulla totale assenza di trasparenza: tutte cose che denotano l’assoluta mancanza di intenzione di assumersi le proprie responsabilità per la serie di scelte scellerate che hanno determinato l’attuale situazione.

CRONACA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO
Negli anni passati – a parte lo scorso campionato – si era fatto il callo ad organici parzialmente inadeguati per la categoria, con correttivi salvifici nel mercato di riparazione ed allenatori chiamati ad imprese impossibili oppure “offerti” come capri espiatori alla piazza. Nella stagione in corso, invece, si è anche dovuto far fronte ad una inopinata penalizzazione – ad oggi non del tutto spiegata, visto che non è ancora noto chi e perché ha effettuato i pignoramenti che l’hanno causata – che ha vanificato gran parte del lavoro di Alvini e che inchioda la squadra all’ultimo posto in classifica. Vittorie e sconfitte sono parte integrante dello sport, così come la possibilità di incappare in una stagione storta e retrocedere; quello che non è – e non può essere – tollerabile è la mancanza totale di volontà di provare a competere, smontando scientemente una squadra reduce da una buona annata – l’unica dal ritorno in B, unitamente al primo anno di Braglia – e abbandonando al proprio destino DS e allenatore, gli unici a metterci la faccia da inizio stagione. Se si aggiungono la totale mancanza di attenzione verso i tifosi – penalizzati anzi da aumenti senza senso del prezzo del biglietto ad inizio stagione e dalla pessima figura fatta in occasione del derby con il Catanzaro –, la progressiva scomparsa della comunicazione verso l’esterno – comunque mai particolarmente brillante – e le crescenti criticità con i fornitori, il desolante quadro è completo. Attribuire a tecnico e DS responsabilità per la situazione in cui versano i Lupi sarebbe ingeneroso e anche dannoso; Alvini e Del Vecchio avranno sicuramente fatto degli errori ma sarebbe scorretto non considerare le condizioni in cui stanno lavorando. Infatti, per quanto abbiano cercato di isolare la squadra dai problemi che affliggono la società, nella partita contro il Cittadella – così come in tutte quelle dopo la breve sosta invernale – la scarsa serenità dei giocatori è stata più volte evidente.

CHE FUTURO PER IL COSENZA CALCIO?
A questo punto viene da chiedersi cosa sarà della squadra e della società rossoblù. Considerato che sarebbe stato opportuno e necessario rafforzare la squadra ben prima – come fatto ad esempio dalla Salernitana – e ammesso e non concesso che si trovino calciatori di categoria disposti a venire a Cosenza per tentare di raggiungere l’ennesimo miracolo sportivo, c’è la volontà da parte dell’attuale proprietà di agire adeguatamente sul mercato? Oppure c’è addirittura il rischio di assistere ad un ulteriore smantellamento della rosa con la liquidazione dei – pochi – pezzi pregiati, magari scaricando le colpe sul mister? Qualora si finisse per retrocedere, visto il proliferare di voci in merito a difficoltà con i fornitori, chi può garantire che non si faccia la fine del Taranto – soffocato da punti di penalizzazione e destinato a sparire dal calcio professionistico? Giornata dopo giornata diventa sempre più evidente che la parabola calcistica guarasciana si è ormai esaurita e che tutto l’ambiente cosentino è esasperato dal pressapochismo e dalla superficialità con cui viene gestita la società di calcio che porta il nome della città. Avendo ormai raggiunto il punto di non ritorno, senza alcuna prospettiva e senza speranze per il futuro, è veramente incomprensibile l’ostinazione dell’attuale proprietario nel non voler cogliere l’opportunità di passare la mano visto che la trattativa in corso – mai smentita da Guarascio o da chi per lui – lo solleverebbe dai debiti del Cosenza e gli consentirebbe anche di guadagnarci. È evidente che l’unica possibilità residua di garantire la sopravvivenza dei Lupi è strettamente legata a questo eventuale cambio al vertice e sarebbe quindi opportuno – se non necessario – un intervento concreto da parte di istituzioni e politica, quanto meno per capire ufficialmente – una volta per tutte – le intenzioni dell’attuale proprietario.

COSENZA (3-4-2-1): Micai; Sgarbi, Dalle Mura, Venturi (60′ Martino); Ciervo (73′ D’Orazio), Kouan (80′ Fumagalli), Gargiulo, Ricci (60′ Strizzolo); Rizzo Pinna (73′ Mazzocchi), Florenzi; Artistico.
A disposizione: Vettorel, Cimino, Charlys, Caporale, Zilli, Kourfalidis, Hristov.
Allenatore: Alvini
CITTADELLA (3-5-1-1): Kastrati (46′ Maniero); Salvi, Capradossi, Carissoni; Masciangelo, Tronchin (56′ Amatucci), Casolari (70′ Branca), D’Alessio; Vita; Pandolfi (56′ Okwonkwo), Rabbi (93’ Ravasio).
A disposizione: Desogus, Tessiore, Rizza, Piccinini, Cecchetto, Sanogo.
Allenatore: Dal Canto
ARBITRO: Monaldi di Macerata.
ASSISTENTI: Palermo di Bari e Di Giacinto di Lecce.
IV UFFICIALE DI GARA: Luongo di Frattamaggiore.
VAR: Volpi di Arezzo.
ASSISTENTE VAR: Nasca di Bari.
MARCATORI: 12’ Dalle Mura (Aut-Ci)
NOTE: Spettatori: 4.480 di cui 24 ospiti. Ammoniti: Venturi (Co), Tronchin (Ci), Pandolfi (Ci), Sgarbi (C), Dalle Mura (Co), Fumagalli (Co), Capradossi (Ci)
Angoli: 8-2. Recupero: 3′ pt, 7′ st. Possesso Palla: Cosenza 66 %; Cittadella 34 %

