venerdì, Maggio 16, 2025
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Operazione antidroga a Cosenza: 30 arresti

I Carabinieri della Compagnia di Cosenza hanno eseguito un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di 30 persone accusate di spaccio di droga. L'indagine, partita dall'arresto di un soggetto trovato con un ingente quantitativo di stupefacenti, ha permesso di smantellare un'intera rete di spaccio attraverso intercettazioni, videosorveglianza e perquisizioni

Un’operazione antidroga condotta dai Carabinieri della Compagnia di Cosenza, che hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari personali nei confronti di trenta persone. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

L’operazione antidroga a Cosenza, disposta dal GIP  su richiesta della Procura locale, ha preso avvio dopo l’arresto in flagranza di un soggetto trovato in possesso di ingenti quantitativi di marijuana, hashish e cocaina.

Le indagini, condotte dalla sezione operativa dei Carabinieri e coordinate dalla Procura cosentina, hanno permesso di ricostruire l’intera catena di rifornimento dello stupefacente e documentare numerose cessioni di droga, portando allo smantellamento di una consolidata rete di spaccio operante nel territorio.

Nel corso dell’attività investigativa, gli inquirenti hanno fatto ricorso a intercettazioni telefoniche e ambientali, installato sistemi di videosorveglianza nei luoghi interessati dall’attività illecita ed effettuato perquisizioni e appostamenti per riscontrare quanto emergeva dalle conversazioni intercettate.

Secondo quanto riferito dagli investigatori, gli indagati utilizzavano sistematicamente un linguaggio in codice, mirato a nascondere la natura illecita delle loro conversazioni, con particolare riferimento a tipologia, quantitativi e prezzi delle sostanze stupefacenti oggetto di compravendita.

Gli investigatori hanno inoltre condotto accertamenti documentali, perquisizioni con conseguenti sequestri di droga e raccolto le testimonianze di numerose persone informate sui fatti. Alcuni dei testimoni ascoltati hanno dichiarato di essere stati vittime di intimidazioni, violenze e diffamazioni da parte degli indagati, anche attraverso i social network.

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