Processo Reset. A dicembre 2024 si era chiuso il primo capitolo del processo alla ‘ndrangheta cosentina che ha destato molto scalpore.
Al termine del procedimento celebrato con il rito abbreviato, il gup Fabiana Giacchetti aveva annunciato la condanna a dieci secoli di pena di 82 imputati, disponendo anche 37 assoluzioni.
Nell’aula bunker di Castrovillari vi erano i presunti membri di una associazione di tipo ‘ndranghetistico, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. A capo del presunto sindacato della mala bruzia ci sarebbe Francesco Patitucci – oggi al 41 bis – condannato in primo grado a 20 anni di reclusione.
Mese di giugno 2025: ora le arringhe difensive entrano nel vivo e nei giorni scorsi sono state discusse le posizioni di Giovanni Aloise, Mario Perri, Sergio La Canna, Fabrizio Gioia, Armando De Vuono, Rosario Aurello, Umile Ferraro, Giovanni Abruzzese, Antonio Bevilacqua, Cosimo Manzo, Francesco Papara, Andrea Bruni, Rosina Arno, Cristian Ruffolo, Massimo Ciancio, Silvio Orlando, Alessandro Stella, Antonio Chiodo, Ines Reda, Paolo Reda, Patrizia Drago, Nicola Bevilacqua, Antonio Colasuonno, Agostino Briguori, Mario Gervasi, Aurelia Braccioforte, Nicola Bevilacqua, Massimo Benvenuto, Fiorillo, Rosanna Garofalo, Damiano Carelli, Policastri, Chianello, Rosa Rugiano, Andrea Cello, Alfredo Bruno, Cosimo Bevilacqua (classe 95), Andrea Carpino e Mario Trinni.
Gli avvocati sono alle battute finali e infatti, nella giornata del 18 giugno, è stata discussa tra le altre, la posizione di Chianello Federico, genero di D’Ambrosio Massimo, accusato di essere un esponente di spicco della criminalità cosentina.
Per Chianello, patrocinato per l’occasione dall’avvocato Erik Siciliano, la Procura ha chiesto un anno di reclusione.
La sentenza è attesa per il mese di luglio.
