“Scrivo con sincero imbarazzo, ma con il desiderio di trasparenza e verità per raccontare la situazione di grave difficoltà che Casa San Francesco sta vivendo.” Così Pasquale Perri, responsabile della storica realtà francescana di Cosenza, ha dato voce a un grido d’aiuto che non riguarda solo la struttura, ma l’intera rete di protezione sociale per i poveri e i vulnerabili.
Un presidio di carità sotto pressione
Ogni giorno Casa San Francesco ammortizza i fenomeni di impoverimento sempre più estesi e complessi che colpiscono l’area urbana di Cosenza. L’opera, ispirata al carisma di San Francesco d’Assisi, offre servizi ad accesso libero: dalla mensa al sostegno alimentare per famiglie, dal guardaroba alle docce, dall’accoglienza di emergenza a interventi di prossimità relazionale per chi vive situazioni di disagio e di esclusione sociale.
Nonostante il contributo di Banco Alimentare e Banco Farmaceutico e le donazioni in natura da parte di alcune attività locali, le risorse economiche restano minime. “Riceviamo poche donazioni monetarie, un segnale delle difficoltà diffuse nella nostra comunità. Ciò che non manca è la generosità di medici, operatori sanitari e volontari che continuano a sostenerci con la loro presenza”, spiega Perri.
Accoglienza per 85 persone, ma le risorse scarseggiano
La struttura garantisce un’accoglienza residenziale per 85 persone, suddivise tra uomini, donne e disabili. Di questi, 40 posti rientrano nell’accoglienza “francescana”, mentre altri 45 derivano da una convenzione con il Comune di Cosenza, capofila di un ambito sociale che comprende altri 13 comuni.
La crisi, però, incombe: “A causa delle insufficienti risorse assegnate dalla Regione Calabria, diventa difficile garantire la prosecuzione dei servizi per le persone già accolte e appare impossibile procedere a nuovi inserimenti per tutto il 2025, anche in caso di emergenze gravi”, denuncia Perri.
Servizi a rischio per i più fragili
Il fabbisogno finanziario aumentato deriva anche da una riorganizzazione regionale che ha autorizzato nuove strutture e servizi senza pianificare adeguatamente le risorse. “Siamo consapevoli che le accoglienze devono rappresentare una risposta temporanea, ma le vulnerabilità sociali e sanitarie che affrontiamo sono complesse e spesso richiedono interventi sostitutivi rispetto a servizi pubblici assenti o carenti”, aggiunge.
All’interno delle comunità socio-assistenziali, molti ospiti presentano problemi psichiatrici, dipendenze, situazioni di detenzione domiciliare o invecchiamento in cattiva salute. “Non possiamo offrire risposte semplificate a queste fragilità. Serve una strategia condivisa che non lasci soli né i poveri né gli operatori che lavorano ogni giorno sul campo”.
L’appello: “Non lasciamo che la solidarietà soccomba alla burocrazia”
Pasquale Perri invita le istituzioni e la comunità a leggere i bisogni reali del territorio e a proporre soluzioni sostenibili. “Non possiamo permettere che i nostri valori si perdano tra logiche amministrative e di mercato. Casa San Francesco, nonostante le difficoltà, mantiene la volontà di generare cambiamento e migliorare la vita di tanti, ma ora più che mai ha bisogno di far sentire la sua voce e di tendere la mano per chiedere aiuto.”