martedì, Ottobre 15, 2024
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Vaccinarsi in Calabria è come vincere un terno al lotto

Vaccinarsi in Calabria è come vincere un terno al lotto.

Tutti in attesa dell’estrazione. Vincente. Dall’attivazione della piattaforma digitale, riuscire a prenotarsi, è diventato un’impresa. Identica a centrare un terno secco. Anzi, viste le tante criticità esistenti, è più facile “azzeccare” tre numeri sulla ruota di Roma. I cittadini conoscono bene la procedura di accesso alla piattaforma digitale (inserimento numero tessera sanitaria e codice fiscale). Allo stato, però, la situazione vaccinale è praticamente ferma. I dati, sono sconfortanti: il 2,18 % della popolazione in Calabria è vaccinata. A chi ha prenotato telefonicamente tempo fa, sono stati annullati gli appuntamenti, per cui devono nuovamente prendere appuntamento mediante piattaforma.

Tempi biblici per vaccinarsi in Calabria

Attraverso la piattaforma  gli appuntamenti di cittadini  fragili di Cosenza e provincia sono indirizzati verso Amantea, Corigliano – Rossano e Castrovillari.   Una soluzione non consona, non solo da un punto di vista sanitario perché determina lo spostamento verso altri comuni, non IDONEO come presupposto covid, ma anche da un punto di vista pratico. Pensiamo ad esempio un soggetto fragile che deve essere necessariamente accompagnato da un familiare che all’attualità deve lavorare Smart working, badare ai figli e svolgere come di consuetudine le attività quotidiane. Ad oggi, purtroppo, ci sono ancora persone di 80 – 90anni non vaccinate che per problemi di salute non possono uscire di casa, chi li vaccina?

Per questo e per altri punti di domanda, sarebbe opportuno inserire un numero da contattare per rispondere ai dubbi dei cittadini…A chi si devono rivolgere?

Cosenza, Rende e tutti i comuni limitrofi hanno numerose sedi per poter vaccinare, rendiamo la vita non solo più semplice alle persone ma anche più fruibile e tempestiva la vaccinazione, sempre che arrivino i vaccini. Speriamo quanto prima che possano essere risolte queste criticità. E, lentamente, riappropriarci di una normalità che, maledettamente, da più di un anno ci manca.

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