lunedì, Novembre 11, 2024
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Vicenda Baker Hughes, Stasi: “Miopia del Comune? No, cecità della Regione”

“Ho appositamente evitato, negli ultimi giorni, di rispondere alle inutili polemiche di vari esponenti della Giunta Regionale per rafforzare l’appello comune, con toni bassi, a individuare delle soluzioni condivise” – lo scrive in una nota il sindaco di Corigliano Rossano, Flavio Stasi.

“Apprendo che si tratta di una volontà solo del Comune e non posso non interrompere il silenzio quando ad esprimersi, come sempre senza argomenti, è il Presidente della Giunta Regionale, che dopo essere stato in vacanza da giugno ad ottobre, continua a raccontare favole sulla vicenda BH.

Se per “miopia del Comune” – continua la nota – il governatore intende che c’è una Amministrazione Comunale che pensa e lavora affinché la Calabria non sia la Repubblica delle Banane, a partire dalle procedure, possiamo tranquillamente rivendicare questo ruolo.

Il vero tema di questa vicenda, che Occhiuto prova a nascondere coi proclami, è che le titaniche lacune della procedura poteva non evidenziarle soltanto un cieco: in questo campo tutto è possibile, ma non c’è una autorizzazione unica in Italia che assomigli lontanamente a questa “cosa” rilasciata per il Porto di Corigliano e questo, evidentemente, gli investitori lo sapevano – aggiunge Stasi.

Ma soprattutto anche questo problema è stato comunicato con larghissimo anticipo sia all’ente responsabile, che ha avuto mesi per sanare la cosa, sia alla Giunta Regionale che, piuttosto di svolgere il ruolo di coordinamento e di regia che gli compete, è rimasta totalmente immobile ed è sempre più evidente come si sia trattato di uno squallido dispetto elettorale.
Ad ogni preciso appello nei confronti del Governatore per sbloccare la vicenda attraverso un tavolo istituzionale o attraverso una banalissima ma necessaria conferenza dei servizi, Occhiuto ha risposto deliberatamente “assente”.

Altro che presidente dispiaciuto: purtroppo a capo della Calabria abbiamo un soggetto che non pensa ai calabresi, che non rispetta le altre istituzioni e che non accetta gli esiti elettorali e democratici che hanno bocciato catastroficamente il suo carrozzone elettorale il quale, tra l’altro, su BH proponeva una idea più fantasiosa dell’altra, fino all’ipotesi ridicola di realizzazione di una terza darsena. Questa giunta regionale non ha rispettato nemmeno l’impegno a convocare un tavolo per la banchina crocieristica già finanziata: altro che terza darsena!

Quali saranno i prossimi dispettucci? È un caso che l’intesa istituzionale ANAS–Regione sulla nuova SS. 106 – un investimento pubblico da 975 milioni – tarda ad arrivare? Per questo il “signor si” non dice una parola sui miliardi di euro che non arriveranno sulla Valle del Crati per precisa scelta politica del Governo che continua a voler cancellare il nodo Alta Velocità di Tarsia? Per questo non ha fiatato quando l’AD nominato dal suo Governo ha cancellato dalla sera alla mattina 20 milioni di euro per il rilancio ad idrogeno dell’Enel, che lui stesso aveva condiviso?

Le istituzioni sono una cosa seria. I sindaci come i presidenti devono tutelare gli interessi delle comunità rappresentate, non quelli dei propri partiti, ed il sindaco di Corigliano-Rossano lo ha sempre fatto e continuerà a farlo, come lo ha fatto nella vicenda di BH per la quale si è tentato di trasformare il Comune in un orbo passacarte. Il Presidente della Giunta Regionale la smetta di raccontare favole, si assuma la responsabilità del proprio ingiustificabile immobilismo e faccia il governatore, non il segretario: in quel caso saremo dalla stessa parte, senza distinzioni politiche.

Continuo a pensare – conclude Flavio Stasi – che le istituzioni devono smetterla anche questa questua pietosa nei confronti di chi ragiona per gli utili, non per beneficenza. È necessario consegnarli una Autorizzazione solida con una “normale” (almeno in Italia nel 2024) conferenza dei servizi. Se qualcuno continua a non convocarla per non farsi dire che ha avuto 8 mesi per farlo, pazienza: di certo non si può imputare questa responsabilità a chi lo ha chiaramente sottolineato, invano, dal 27 febbraio.

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