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L’autonomia possibile di CasAmica

"CasAmica", un progetto dell’Odv "Gli altri siamo noi" che offre a 16 persone con disabilità del neurosviluppo un percorso verso l’autonomia. Grazie a fondi pubblici e donazioni, i partecipanti imparano a gestire la vita quotidiana, ma il futuro del progetto è incerto a causa della mancanza di risorse

Cosa ne sarà di lui quando io non ci sarò più?”. La domanda che lacera il cuore di ogni genitore di un figlio con disabilità risuona come un’eco in ogni stanza silenziosa, in ogni notte insonne. A Cosenza, tra le mura di un appartamento in via Alberto Serra, quella domanda ha trovato una risposta fragile ma concreta: “CasAmica”. Un nome che è un abbraccio, un progetto dell’Organizzazione di volontariato “Gli altri siamo noi” che trasforma il terrore dell’abbandono in un esercizio di coraggio quotidiano.

AutonomiaSedici persone con disabilità del neurosviluppo hanno vissuto qui, per mesi, una “palestra dell’autonomia”, come la definisce Adriana De Luca, presidente dell’Odv. «Senza accompagnatori, hanno imparato a muoversi nel mondo: fare la spesa, cucinare, gestire il tempo, persino scegliere il detersivo giusto – ha aggiunto De Luca –».

«Piccoli gesti che per loro sono vette da scalare. Non è assistenza, è allenamento alla vita». Questo percorso è iniziato sotto l’egida della legge 112 del 2016 — la cosiddetta “Dopo di Noi” — e sostenuto dall’otto per mille della Chiesa Valdese, fondi che però si esauriranno a giugno.

Inoltre, ha ricevuto anche il sostegno della parrocchia “San Paolo Apostolo” di Arcavacata di Rende e diverse donazioni da singoli cittadini che hanno consentito di arredare e dotare di tutto il necessario quell’appartamento/palestra che è diventato un laboratorio di futuro. Quattro di loro hanno condiviso letti, cucina, risate.

Dietro le quinte, un’équipe di professionisti – una psicologa, un assistente sociale, sei educatori e quattro volontari – accompagna questo viaggio verso l’indipendenza. Non sostituendosi, ma sostenendo; non proteggendo troppo, ma offrendo la rete di sicurezza necessaria.

autonomia«Imparano a capire con chi potranno convivere, un giorno» ha spiegato la presidentessa De Luca.

Un giorno che per molti genitori è un miraggio lontano, ma che qui si fa tangibile: la possibilità di un gruppo-appartamento, di una vita loro, non in ostaggio della solitudine.

Il progetto, però, rischia di sbiadire. I finanziamenti sono una goccia in un oceano di bisogni. Le famiglie, sostenute da incontri e sostegno psicologico, sanno che senza nuovi fondi questa speranza potrebbe svanire. Eppure, CasAmica dimostra che un’alternativa esiste: più dignitosa, più umana, anche più economica dell’assistenza totale.

«È una questione di diritti», ha insistito De Luca. Diritto a sbagliare, a provare, ad alzarsi la mattina senza che qualcuno decida per te. Diritto a quella domanda straziante di avere, finalmente, una risposta.

Nelle stanze di via Alberto Serra, tra pentole appena lavate e calendari segnati di impegni, si respira un’utopia possibile. Piccola, come tutte le cose preziose. Fragile, come tutto ciò che vale la pena proteggere.

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