È terminata in serata l’autopsia sul corpo di Simona Vanessa, la bambina di otto anni morta annegata nella piscina del parco acquatico “Santa Chiara” di Rende. Una tragedia che ha sconvolto la comunità locale e che ora apre uno scenario giudiziario complesso.
La Procura di Cosenza, guidata dal procuratore capo Vincenzo Capomolla, ha infatti iscritto tre persone nel registro degli indagati: Maria Candelaria De Rose, amministratrice della Marconi Village srl (società che gestisce il parco), il suo convivente Antonio Fusinato e una bagnina presente al momento dell’incidente. I tre sono assistiti dagli avvocati Giuseppe De Marco, Francesco Turco e Ugo Ledonne.
Atto dovuto per partecipare agli accertamenti
L’iscrizione nel registro, chiariscono fonti giudiziarie, è un atto dovuto per permettere agli indagati di nominare consulenti di parte e prendere parte agli accertamenti autoptici. L’esame, condotto dal consulente della Procura Silvio Berardo Cavalcanti, sarà fondamentale per stabilire le cause esatte del decesso.
Secondo le prime ricostruzioni basate sulle testimonianze dei presenti, la piccola sarebbe entrata in acqua percorrendo circa un metro, ma avrebbe improvvisamente perso il contatto con il fondo della piscina. Subito sono scattati i soccorsi: due infermieri fuori servizio che si trovavano nella struttura hanno tentato di rianimarla, purtroppo senza esito.
Ipotesi malore e interrogativi sulla sicurezza
Alcuni testimoni riferiscono che la bambina avrebbe mangiato poco prima di entrare in acqua e che avrebbe manifestato un malore. Tuttavia, gli investigatori mantengono il massimo riserbo su questa circostanza. Un altro punto da chiarire riguarda la presenza del defibrillatore nella struttura e le ragioni per cui non sarebbe stato consegnato ai soccorritori.
Struttura sequestrata, indagini in corso
Il parco acquatico “Santa Chiara” è stato posto sotto sequestro per consentire tutti gli accertamenti necessari. Le indagini sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Rende, guidati dal capitano Andrea Aiello. Si indaga su eventuali responsabilità nella gestione della sicurezza e sull’efficacia delle misure di sorveglianza adottate.
Intanto, la comunità piange la scomparsa di Simona Vanessa. Una vita spezzata troppo presto che lascia sgomenti e solleva interrogativi sulla prevenzione e la sicurezza nei luoghi di svago.